MUSEO DEL GHISALLO. DOMANI (SABATO 9 MARZO) ALLE ORE 16.00 L’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA “C’ERA UNA VOLTA UNA MAGLIA”

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Si inaugura sabato 9 marzo alle ore 16 la prima mostra della stagione 2024 del Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo di Magreglio che ha riaperto i battenti sabato scorso. La Casa dei Ciclisti di Magreglio, in provincia di Como, riparte da “C’era una volta una maglia”. Riparte da  una mostra che si accende nel cuore pulsante del ciclismo e della sua storia, sopra la bella Bellagio, a Magreglio. Un omaggio ai colori delle maglie. Di tutte le maglie. Di quelle che iniziano la carriera, qualunque sia, di un corridore. Dei dilettanti, dei giovani, dei Ciclisti. Dove? Nella Casa dei Ciclisti.

Una “cabina armadio” di passione che si apre ai ricordi nel santuario diffuso per i ciclisti e i loro sogni, una Casa del Ciclismo, il Museo, che gode di luce e di colore riflesso del suo ambiente naturale fatto di imprese ciclistiche e anche turistiche.  “C’era una volta una maglia” è una mostra che racconta una storia di tenacia, sacrificio e gloria di questa bella Lombardia attraverso le sue società dilettantistiche ciclistiche. Dal 1887 ad oggi. La Mostra accende i riflettori sulla stagione 2024 ed è una grandissima collettiva di 200 prestatori, dove i prestatori si identificano in quei colori e in quelle maglie che spesso hanno fatto la storia del ciclismo. Dice il curatore Graziano Pellizzoni: “C’era una volta una maglia è molto di più di una mostra”. Tutto vero: è  l’essenza del Museo del Ghisallo, luogo di memorabilia che pedalano da sempre indietro e avanti nel tempo. La mostra ci fa scollinare in un arcobaleno di emozioni e colori, 185 maglie in rappresentanza di 10 province lombarde maglie raccontano il tessuto dell’anima ciclistica lombarda.

È una collettiva senza precedenti, una celebrazione dei grandi e dei piccoli protagonisti delle strade e delle piste, curata con passione da Graziano Pellizzoni, custode dell’eredità ciclistica presso il museo del Ghisallo, una missione che i volontari del Museo del Ghisallo portano avanti con entusiasmo insieme alla Fondazione che custodisce e gestisce questo speciale museo in provincia di Como. Ogni maglia è un frammento di storia, un’ode al ciclismo dilettantistico che ha plasmato i destini dei campioni di ieri e di oggi. Da Alberto Elli a Gianni Bugno, da Moreno Argentin a Fabio Casartelli, ogni filo tessuto racchiude l’anima di una squadra, di un sogno, di una vittoria. Le tasche di queste maglie sono piene di ricordi, anche i più semplici, il vero tessuto del ciclismo.

E tra i tanti ricordi e i colori che danzano nell’aria, c’è una maglia che risplende con un bagliore speciale: quella della Scuola Fausto Coppi Milano, un faro dell’arte su due ruote, un punto di riferimento per i futuri campioni che solcavano la leggendaria pista del Vigorelli. In esposizione maglie di squadre storiche della Lombardia, alcune delle quali non più attive, che hanno vestito campioni del ciclismo lombardi.

Sono presenti maglie di società ancora in attività, come quelle del Canturino di Davide Ballerini, la S.S. Salus Seregno di Giacinto Santambrogio, il Pedale Senaghese di Andrea Bagioli, il Pedale Saronnese di Marco Cattaneo, e Alberto Volpi e Claudio Chiappucci, l’UCI Cremasca con Mary Cressari, Pierino Baffi e Marco Villa, il G.S. Giovani Giussanesi  per cui corsero Mario Mantovan, Davide Viganò, Giacomo Nizzolo e il Pedale Monzese che tesserava Fiorenzo Magni, il fondatore del Museo del Ghisallo.

Sono presenti maglie che raccontano la storia di società non più attive, che hanno vestito campioni del ciclismo lombardi. Fra queste: la S.C. Alberto da Giussano con cui ha corso da dilettante Alberto Elli, il G.S. Lema Alzate Brianza per cui ha corso Alessandro Pozzi, la Supermercati Brianzoli per cui ha corso Gianni Bugno, La Nuova Baggio per cui ha corso Moreno Argentin, la Domus 87 Plant Group per cui ha corso Fabio Casartelli, il G.S. Pozzi Ferramenta per cui hanno corso Beppe Saronni, Silvano Contini e Claudio corti, la S.C. Mobili Carugo di Giacomo Fornoni.

Un pezzo speciale è quella maglia che rappresenta la Scuola della pista Fausto Coppi di Milano, al Vigorelli. Questa maglia rammenta il valore  di un’accademia della pista che ha dato tantissimi campioni che si allenavano al Vigorelli, grandi campioni proprio come Francesco Moser di cui il Museo custodisce la bici dell’epico Record dell’Ora di Città del Messico, 40 anni fa: 51,151.

Sono i colori di 167 società, alcune presenti con maglie di epoche diverse,  di cui 62 non sono più attive.   Sei sono le maglie “titolate”: due di queste sono maglie di campione italiano di corridori di squadre brianzole, una particolarmente rara ricorda la partecipazione come provincia di Milano ai Giochi della Gioventù di Roma nel 1973.

La mostra propone fra le maglie più antiche: Comense 1887, Cremonese 1891, Alberto da Giussano 1894, Canturino 1902, S. Vittore Olona 1906, Legnanese 1913, Nervianese 1919,  Aurora Brollo 1922, Dairaghese 1924, Erbese 1924, Pedale Bollatese 1927, Pedale Monzese 1927, Libero Ferrario 1932, Macallesi Bussero 1935.

Una storia infinita, insomma, questa di “C’era una volta una maglia” che celebra un pezzo di abbigliamento “fondamentale” per il ciclista: la maglia da ciclista nasce come divisa ma rappresenta da sempre anche l’icona della squadra di appartenenza, con identitari colori e grafiche. Un indumento semplice, inizialmente in lana, con o senza tasche, con i bottoni prima e poi con la cerniera, diventa un simbolo per i collezionisti di storia del ciclismo.

La maglia del ciclista, inizialmente un indumento quasi povero, spesso monocromatico, a volte bicolore, nel tempo si è evoluta in maglia tecnica, trasformandosi anche dal punto di vista artistico o di design, in un capo di materiale pratico e performante, sempre variopinto e sofisticato.